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L’uomo flessibile

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L’uomo flessibile

di Stefano Consiglio

Nove storie, dal nord al sud, un viaggio simbolico senza confini geografici, per raccontare la realtà del lavoro flessibile. Una realtà ansiogena per la fatica dei tempi e dei ritmi, o per la paura che la flessibilità si trasformi in precarietà. I protagonisti assoluti sono loro, i lavoratori flessibili, e i loro racconti di vita quotidiana. Marito e moglie che lavorano in una fabbrica del nord-est e hanno scelto di fare i turni opposti “così i figli non restano mai soli”. Risultato: non possono mai dormire insieme, né mangiare insieme, né avere una vita sociale. Un operaio cattolico, molto osservante, che si ribella al lavoro domenicale perché in contrasto con la sua fede e il suo desiderio di passarle in chiesa le domeniche, e non in fabbrica. Una ventiquattrenne di Catania che da cinque anni lavora, in nero, come cameriera nei pub per pagarsi l’università e non riesce a progettare il proprio futuro. Un giovane psicologo che lavora in un centro per disabili mentali, che confessa come la precarietà del suo lavoro – che pure considera bellissimo – gli impedisca di intensificarsi con quello che fa. Un ingegnere elettronico di Catania che dopo aver lasciato la sua città e aver cambiato tante volte impresa, avverte tutta la stanchezza e i rischi della flessibilità. “È come quando guidi veloce: arrivi prima, magari ti diverti anche di più, ma rischi di sbandare e di farti male”. Un dirigente d’azienda, rampantissimo e flessibilissimo negli anni ’80, racconta che superati i cinquant’anni sul mercato del lavoro “sei un morto che cammina”. Infine c’è la storia dell’operaio della Fiat di Melfi che deve fare ogni giorno cinque ore di viaggio per recarsi al lavoro e poi tornare a casa sua, a Salandra, in provincia di Matera, paese di emigranti oggi abitato per lo più da vecchi e bambini. Ma lui si ritiene fortunato, “perché almeno posso restare al mio paese. E per non farlo morire sono deciso a non mollare”. Come un filo rosso che lega queste storie, ci sono delle incursioni di Antonio Albanese che recita frammenti del “Diario postumo di un lavoratore flessibile” scritto da Luciano Gallino. Il film ha vinto il Premio Cipputi al Torino Film Festival 2003.

Italia – 2003 – 50′ – Beta Digitale – BIBI Film

CALENDARIO PROIEZIONI

30/06/2005 – A.C.M.A.- Associazione Cinematografica Multimediale Abruzzese – Pescara
13/06/2005 – Cinema Baretti – Torino

http://www.docume.org/

ASSOCIAZIONE DOCUME’
http://www.docume.org/

Via San Pio V 14/c – 10100 Torino – Tel. 011.66.94.833 – info@docume.org

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